Se dovessi scegliere un elemento chiave del copywriting, io so cosa sceglierei. E’ un elemento che ho ricavato in 24 anni 7 mesi e 13 giorni di pratica di copywriting e oggi eccolo per te, pronto per le tue lettere di vendita.

La generalizzazione è quell’attività che facciamo in modo automatico quando esprimiamo dei concetti.Anche ora ho generalizzato. Se avessi dovuto scrivere proprio tutto avrei detto:

la generalizzazione nella scrittura è quell’attività mentale che io faccio e forse anche voi, non posso saperlo, ma penso di sì comunque, in modo automatico che significa che non ci devo pensare, ma la compio senza sforzo mentale, nè fisico. E la generalizzazione viene usata per esprimere verbalmente, in modo scritto o con altre attività di espressione se adatte allo scopo, dei concetti ovvero delle astrazioni di accadimenti avvenuti nel mondo reale da cui ho ricavato per analisi e intuizione delle conclusioni astratte che possono adattarsi a diversi casi più o meno concreti.

E potrei andare avanti e scrivere qualcosa di totalmente differente. Ma per fortuna esistono le generalizzazioni e anche tu le usi e ci capiamo benissimo.

C’è però un caso in cui la generalizzazione è il bacio della morte.

Nel copywriting.

Quando “scrivi per vendere” non puoi generalizzare se vuoi essere efficace. Naturalmente dovrai scegliere di essere specifico su ciò che è più utile al tuo discorso, ma dovrai essere specifico.

E, credimi, più sarai specifico, più sarai efficace.

Perché nel linguaggio di tutti i giorni le generalizzazioni vanno bene e nel copywriting no?

Perché il copywriting è un linguaggio ipnotico. E un linguaggio ipnotico deve essere specifico.

Un linguaggio ipnotico deve

  • far vedere immagini
  • far sentire sapori
  • far udire suoni
  • far percepire sensazioni
  • suscitare emozioni
  • e soprattutto… guidare il soggetto sotto ipnosi dove vogliamo che vada!

Quando parlo di linguaggio ipnotico, non devi pensare a maghi e “a me gli occhi”. Devi pensare al bravo venditore che crea con il suo potenziale cliente un canale di comunicazione. Se è bravo sta usando un linguaggio ipnotico e conducendo il suo cliente dove lui vuole che vada.

Un buon venditore non dirà mai

  • “Ecco, questi sono i nostri prodotti, sono tutti buoni, ce ne sono di diverse taglie e misure, guardi il catalogo e scelga”.

ma dirà

  • “Ecco vede questo prodotto KAPPA, noti la trama estremamente sottile segno di una lavorazione ALFA che, come lei sa, è essenziale per ottenere una resistenza doppia a parità di leggerezza. Costa solo il 15% in più, ma avendo una durata quadrupla il risparmio netto è di…”

Ma questo cosa c’entra con il copywriting?

Il copywriting è “vendita scritta” (salesmanship on print), nè più, nè meno.

Solo che il suo lavoro è molto più difficile della vendita. Perché

  • non c’è interazione
  • non c’è presenza fisica
  • non c’è suono o immagine (nel caso della lettera di vendita, c’è nel caso di un video)

Tutto deve essere creato con le parole. E quindi è essenziale essere specifici, dettagliati, minuziosi, particolareggiati.

Non ti preoccupare che il tuo potenziale cliente si annoi se scrivi troppo. Si annoierà se ciò che dici non è interessante per lui, anche se scrivi due righe (“Vendo assorbenti intimi signor Rossi”).

Ma se è interessato a ciò che didi, al contrario, sarà avido di particolari, di dettagli, di precisazioni.

Sii specifico, lavora di cesello, come un orafo che spende minuti preziosi su particolari difficilmente visibili ad occhio nudo perché sa che, nell’insieme, daranno il risultato che lui vuole.

Il generale è nemico del copywriting. Lo specifico è il suo grande amico.

Altrimenti, perché credi che abbia scritto “24 anni, 7 mesi e 13 giorni” nel primo paragrafo di questo testo? “Circa 25 anni” o “Un bel pò di tempo” non avevano assolutamente lo stesso impatto.

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